È arrivato il nulla osta del CESE – Comitato economico e sociale europeo all’aggiornamento della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia proposta dalla Commissione Europea.
L’obiettivo della nuova direttiva UE sull’efficientamento energetico è duplice: arrivare alla neutralità climatica entro il 2050, come da Green Deal europeo, e offrire un sostegno concreto alla cittadinanza.
Per riuscirci occorre attivare progetti di ristrutturazione più numerosi e più incisivi sul piano della sostenibilità, aumentando in modo significativo il numero di immobili ad alta efficienza energetica e decarbonizzati anche attraverso un più facile accesso ai finanziamenti (per erogare i quali si attingerà ai 750 miliardi di euro destinati alla ripresa).
D’altra parte, raggiungere una maggiore efficienza energetica significa risparmiare risorse preziose anche sul fronte economico. Le fasce più deboli sono quelle che ne beneficerebbero maggiormente; per questo andranno messe nella condizione di avviare quanto prima i progetti di efficientamento energetico.
Se già nel 2018, quasi il 7% degli abitanti UE non ha potuto far fronte regolarmente ai costi delle bollette, è evidente che la crisi attuale rischia di peggiorare ulteriormente il quadro e rende ancora più urgente un intervento da parte della UE.
In pratica: come cambia la direttiva UE sulle prestazioni energetiche degli edifici
- Introduzione di norme minime di prestazione energetica, affinché si intervenga in primis sugli edifici residenziali meno efficienti;
- Aggiornamento degli attestati di prestazione energetica (APE) con standard più elevati a livello di affidabilità e utilizzabilità;
- Creazione di un “passaporto di ristrutturazione” degli edifici entro il 2024, per consentire ai consumatori di informarsi più agevolmente e di ridurre i costi in fase di ristrutturazione.